HomeComputer, componenti e accessoriQual è la differenza tra OLED e AMOLED? E quale scegliere?

Qual è la differenza tra OLED e AMOLED? E quale scegliere?

Nel corso di pochi decenni, i monitor per PC hanno vissuto un’evoluzione di enorme portata. Dai primi schermi a tubo catodico si è passati ai display a cristalli liquidi e, da questi, ai monitor LED che oggi abbiamo in casa.

Oltre ai pannelli IPS, TV e VA – utilizzati da chi ha un computer per gaming, lavoro e svago – gli ultimi anni hanno portato a ulteriori evoluzioni della tecnologia.

Oggi ci sono tantissimi dispositivi che integrano schermi OLED e AMOLED, per esempio smartwatch e smart band.

In entrambi i casi, si tratta di pannelli molto diversi da quelli tradizionali, ma in che modo? E qual è la differenza tra OLED e AMOLED?

Nei prossimi paragrafi proverò a rispondere a queste domande, dal momento che questi tipi di display sono sempre più diffusi.

Come vedremo, lo sono anche in informatica anche se non quanto i tradizionali monitor LCD retroilluminati a LED.

Iniziamo subito! 😉

Qual è la differenza tra OLED e AMOLED? E quale scegliere?

Cos’è uno schermo OLED e come funziona

Al netto delle loro differenze – che li rendono più adatti al gaming, al lavoro o allo svago – i pannelli TN, IPS e VA sono tutti monitor a cristalli liquidi.

In pratica, sono evoluzioni della vecchia tecnologia LCD. 🙂

Al contrario, gli schermi OLED rappresentano una nuova tecnologia che ha portato diversi vantaggi nel panorama dei dispositivi elettronici.

Innanzitutto, OLED è una sigla che significa Organic Light Emitting Diode e caratterizza alla perfezione il nuovo pannello.

Infatti, questi schermi emettono luce propria grazie a materiali organici elettroluminescenti, così da eliminare la necessità di avere una retroilluminazione.

Di conseguenza, i display OLED sono più sottili e flessibili, consumano meno energia e hanno un migliore contrasto. Quando devono mostrare il nero, infatti, i pixel si spengono.

Ogni pixel dell’immagine è composto quindi da tre sub pixel – rispettivamente per il rosso, il verde e il blu – che si combinano per ottenere i milioni i colori a cui siamo abituati.

I vantaggi della nuova tecnologia, soprattutto rispetto agli schermi IPS o TFT comunque impiegati in dispositivi elettronici, sono innegabili. Eppure, i display OLED presentano anche alcuni svantaggi da considerare:

  • costi di produzione, in passato molto più alti rispetto ad altre tecnologie e oggi solo leggermente superiori, almeno per smartwatch e smartphone;
  • differente durata dei tre sub pixel del rosso, del verde e del blu, che può portare a problemi di bilanciamento dei colori nel tempo;
  • presenza di burn-in, ossia l’impressione di un’immagine sullo schermo dopo un uso continuato, ad alte luminosità e per lunghi periodi dello schermo.

Si tratta di una conseguenza dell’uso di materiali organici per i LED. Il rosso e il verde durano molto di più del blu, con eventuali colori meno fedeli dopo anni di attività.

Su questo punto, però, la ricerca dei produttori vuole portare allo sviluppo di nuovi pannelli che assicurino una maggiore durata. 😉

Tutti gli OLED sono uguali?

In breve: no. Esistono differenze significative fra i pannelli OLED impiegati negli smartphone, o dispositivi più piccoli, e i pannelli OLED impiegati nei televisori.

Negli smartphone, per esempio, le dimensioni inferiori dello schermo comportano una minore emissione di luce.

Per ovviare a questo limite della tecnologia, Samsung per esempio utilizza una matrice che permette di condividere i sub-pixel rossi e i sub-pixel blu fra più pixel. Non avviene invece la condivisione dei sub-pixel verdi, ossia quelli a cui l’occhio umano è più sensibile.

Sui televisori non c’è bisogno di queste accortezze, perché le dimensioni permettono una buona emissione di luce. 😉

Lì semmai il problema è quello di minimizzare il deterioramento più rapido del blu. Su questo punto, LG per esempio utilizza un sandwich RGB con cui produrre il bianco, che poi viene filtrato per ottenere il colore desiderato.

Di conseguenza, il blu si deteriora più lentamente e con valori che si avvicinano di più a quelli del rosso e del verde. 😉

Cos’è uno schermo AMOLED e come funziona

Da un certo punto di vista, puoi immaginare la tecnologia AMOLED come un’evoluzione della tecnologia OLED, già a partire dal nome.

AMOLED è infatti una sigla che significa Active Matrix Organic Light Emitting Diode, o anche Active Matrix OLED.

Gli schermi AMOLED utilizzano una matrice attiva di sottili transistor per controllare il flusso di energia elettrica per ciascuno dei pixel.

In questo modo, è possibile ottenere consumi inferiori e una frequenza di aggiornamento più elevata, entrambe caratteristiche perfette per i dispositivi mobili.

Costituiti da soli tre strati, i display AMOLED sono inoltre più flessibili rispetto alle controparti OLED e si prestano meglio alla realizzazione di schermi curvi.

In più, Samsung ha sviluppato una variante chiamata Super AMOLED che, invece, presenta soltanto due strati a comporre il pannello.

Anche per la tecnologia AMOLED abbiamo tuttavia alcuni svantaggi, che derivano direttamente dalla tecnologia OLED:

  • da una parte, il costo in media più alto persino rispetto ai pannelli OLED, che peraltro influenza anche la mancanza di monitor AMOLED per PC;
  • dall’altra parte, il burn-in, ossia l’aumento delle temperature dovuto al funzionamento del display che può causare un deterioramento più veloce dei sub-pixel.

A ciò si aggiunge il già veloce deterioramento dei sub-pixel blu, che affligge anche i pannelli AMOLED e Super AMOLED.

Qual è la differenza fra OLED e AMOLED

Come abbiamo visto, OLED e AMOLED sono tecnologie di display molto simili fra loro, anche se presentano alcune differenze chiave.

Gli schermi OLED consumano meno di quelli IPS e hanno una migliore resa cromatica, oltre a un contrasto semplicemente inarrivabile.

Allo stesso tempo, però, possono presentare alcuni problemi come il deterioramento del blu e potenziali fenomeni di burn-in.

Gli schermi AMOLED vengono realizzati su questa base per ottenere prestazioni migliori e consumi inferiori. Il burn-in è meno presente rispetto alla tecnologia OLED, ma il prezzo è in media più alto.

Oggi esistono display OLED e AMOLED in tutta una serie di dispositivi, dalle smart TV alle smart band, ed è innegabile il salto prestazionale rispetto ai pannelli LCD.

Ci sono diverse varianti, come i Super AMOLED di cui ti ho parlato più su nella guida, presenti negli smartphone e smartwatch di fascia alta. O ancora ci sono i pOLED, o Plastic OLED, spesso impiegati nella fascia media.

in più, ci sono anche gli schermi QLED, che usano i classici LED organici ma fanno passare la luce attraverso un sistema di cristalli quantum dot. In questo modo, è possibile ottenere un colore più controllato e ottenere una migliore resa cromatica.

Detto questo, bisogna sempre tenere in considerazione gli svantaggi della tecnologia, a partire dal costo più alto dei modelli più recenti.

Si tratta senza dubbio della tipologia di schermi del futuro, ma che ancora non si è diffusa in altri mercati, come quello dell’informatica. 😉

Infatti, esistono monitor da gaming che hanno un pannello OLED ma non ne esistono con pannelli AMOLED. Le ragioni sono diverse, ma riguardano soprattutto i limiti della tecnologia e i costi fin troppo elevati.

Un buon esempio è il monitor curvo di Alienware, brand specializzato in periferiche per i videogamer. Come dicevamo: prestazioni eccezionali, prezzo consequenziale.

Se pensi ai migliori monitor da gaming, infatti, oggi le tre tipologie di pannello rappresentano ancora il miglior rapporto qualità/prezzo per i videogiocatori. In particolare:

  • i monitor TN sono ancora i più economici e sono imbattibili su refresh rate e tempo di risposta;
  • la tecnologia IPS ha fatto passi da gigante sulla frequenza di aggiornamento e sul tempo di risposta, pur mantenendo l’ottima resa cromatica;
  • i monitor VA rappresentano una via di mezzo fra le due categorie precedenti, ma brillano soprattutto per i neri e per il contrasto.

Certo, non siamo ai livelli degli schermi OLED e AMOLED, ma così non è anche per il prezzo. 😉

Conclusioni

Come hai visto, la differenza fra OLED e AMOLED riguarda diversi aspetti di queste tecnologie e, pertanto, anche i suoi diversi utilizzi.

Se le tue tipologie vanno bene per smartphone, smartwatch e televisori, non è detto che per i computer avranno la stessa fortuna. Non tanto presto, almeno.

Qui trovi i migliori monitor PC e i migliori monitor 4K, se stai cercando un display per il PC. Inoltre, ti segnalo anche i migliori smartwatch con SIM e le migliori smartband, così da avere un esempio di schermi OLED e AMOLED diffusi oggi. 🙂

Se invece hai qualche dubbio, scrivi pure un commento qui sotto!

Matteo Zigliani
Matteo Ziglianihttps://robadainformatici.it
CEO & Founder di www.robadainformatici.it, vivo l'informatica come una passione. Di giorno aiuto le persone a sfruttare la tecnologia a proprio favore, nel tempo libero condivido queste fantastiche conoscenze in questo spazio, con il resto della rete.

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